– Scusi, Frau Bauer-Lechner, le piace Brahms?…magari se mi concede di chiamarla Natalie gliene sarei grato, sa, a pronunciarlo mi sento più a mio agio…
– Brahms?…ho sentito bene?…ha detto Brahms?…lei deve davvero essere uscito di senno!… a me chiede se mi piace Brahms! … appare evidente che lei non sa con chi sta parlando!…
– Questa è forse la mia ultima intervista, non so se sarò confermato, e volevo finalmente parlare di musica e lei mi sembra la persona perfetta per parlare di musica…diplomata al conservatorio di Vienna, una talentuosa violista, del celebre quartetto femminile “Soldat- Röger”…
– Di musica, certo!…ma non di Brahms, figliolo! io adoro Mahler, dovrebbe saperlo, sono stata al suo fianco per quasi dieci anni, fino a quando non si fidanzò con Alma Schindler ( la più bella di Vienna, dicevano)… grazie al mio diario siete riusciti a conoscere la vera natura creativa di Gustav, sapete come Gustav compose la sua famosa III sinfonia, la più imponente, la più maestosa, titanica…grazie alle minuziose annotazioni della nostra amicizia voi avete avuto la possibilità di conoscere questo grande maestro, questo visionario che i suoi contemporanei non capirono appieno… Meine Zeit wird kommen…il mio tempo verrà, disse profeticamente di se stesso…
– Eppure Brahms si battè in modo energico affinchè il suo Gustav divenisse direttore dell’Opera di Vienna…a cui lui aspirava con tutte le forze e che gli veniva continuamente negata per via delle sue origini ebree …
– Sa cosa diceva Gustav? dirigo per vivere e vivo per comporre…per lui dirigere era una sofferenza. Ed io capivo le sue parole. Ascoltare un brano diretto da Gustav mi ha sempre dato la sensazione di sentire la musica per la prima volta. Ad Amburgo, non mi sono persa neanche una delle serate all’Opera in cui dirigeva Gustav. Il suo motto era “Qualsiasi cosa si faccia, va fatta al meglio delle proprie possibilità”. Una sera, durante una passeggiata al Prater, mi disse che senza il furore non riusciva a immaginare nessun vero direttore d’orchestra. Voleva che gli orchestrali fossero pronti a gettarsi tra le fiamme con lui…
– Ma ci sono espresse citazioni, anzi un vero e proprio tributo a Brahms nelle sue prime sinfonie…
– Ma sì, certo, ma solo per dirgli “togliti di mezzo adesso ci sono io!”…Dopo il concerto del 3 dicembre del 1889 a Vienna, in cui Gustav aveva diretto la Sinfonia in Fa maggiore di Brahms, sa cosa disse di lui? “Spezzare le catene e innalzarsi al di sopra dei dolori e dell’esistenza terrena per librarsi in altri mondi, più luminosi e liberi, non è cosa da Brahms”…
– Va bene, non parliamo di Brahms, parliamo di musica: per lei, Frau Natalie, cos’è la musica?… lei è d’accordo con quello che sosteneva Mahler e cioè che ci deve essere un caos che a lui spettava di ordinare in un cosmo?
– La musica di Mahler è tormento demoniaco e dolce calma delle acque di un lago. Solo un genio poteva trarre armonia dall’inferno della terra…-
– Parole forti le sue, Frau Natalie,… parole, come dire?…innamorate…
– Facevamo lunghe passeggiate e gite in bici e, spesso, la sera, nella sua stanza, ancor più lunghe chiacchierate. Abbiamo trascorso estati indimenticabili insieme. Lui lo chiamava “cameratismo”… io invece credo che le nostre anime fossero affini e vibrassero delle stesse corde… avevamo le somiglianze necessarie per procedere fianco a fianco ma, allo stesso tempo, le differenze, che ci completavano e che destavano interesse l’uno per l’altra. ..
– Lei, Frau Natalie, ha fatto parte, si può dire, della famiglia Mahler, per dieci anni ha trascorso tutte le estati con lui e la sorella Justine, che ha aiutato nel governo della casa, ha partecipato alla ricerca del terreno “isolato e boscoso vicino al lago” dove fu costruita la casa estiva dei Mahler, ideale per lui che componeva d’estate, procurava che d’intorno, mentre Mahler componeva ci fosse un silenzio perfetto ( Mahler arrivò ad invidiare Beethoven perché la sua divina sordità lo preservava dal frastuono del mondo )…insomma, Frau Natalie, a me può dirlo, anzi per me sarebbe un vero scoop, lei amava Mahler…
– Ma come si permette? Ma di quale amore parla! Io ero un’amica devota. Io sono una musicista. Conobbi Gustav al conservatorio di Vienna che lui era ancora uno studente quando io mi diplomai. Lui mi voleva musicista, avevo una specie di sensitività musicale e uno stile raro per questo lui si fidava del mio giudizio e sottoponeva alla mia attenzione le sue composizioni…le sue erano partiture monumentali…era un’alchimista delle sonorità. Sa come nacque l’incipit della III sinfonia? durante una passeggiata al Prater fu, come lui disse, colpito da un’illuminazione acustica: sentì una madre che rimproverava il proprio figlio, alcuni bambini che cantilenavano una canzoncina, un gruppo che arrangiava malamente l’inizio della V di Beethoven, e poco dopo passarono di lì dei soldati marciando …tutti questi suoni furono trasfusi da Mahler nel I tempo della III sinfonia…capisce che genio?…
– Scusi, Frau Natalie, ma tutta questa devozione, questo occuparsi di lui in modo maternamente esclusivo, le passeggiate al chiaro di luna, le escursioni in rifugi di montagna impervi e isolati, le notti trascorse nelle confidenze, lì, nella sua stanzetta, in quel ritiro scarno ed essenziale, lassù, nel sottotetto, e poi, all’improvviso, quando Mahler si fidanza con la giovane e irrequieta Alma, lei va via, anzi, forse è lo stesso Mahler che la allontana …
– Gustav era come la sua musica: quando era arrabbiato, tutto in lui diventava incandescente, aveva cambiamenti d’umore repentini, come la sua andatura – ogni suo passo tradiva impazienza – non riusciva a camminare ad una velocità costante – altalene dell’anima, sbalzi d’umore improvvisi congiunti con le sue composizioni (gioie estatiche e cadute depressive) e spesso i miei tentativi di consolarlo erano vani… già, Alma, Gustav cadde in uno stato di disperazione così forte da rivolgersi a Freud quando Alma si infatuò di Gropius e lo tradì, lo sa vero?… parliamo di musica, la prego…-
– D’accordo, parliamo di musica: anche lei, come Mahler, pensa che la musica si trova nei suoni della natura?…
– Me lo disse l’estate del 1897, in vacanza in Tirolo. Mi disse: ”Probabilmente noi ricaviamo tutti i ritmi e i temi originari dalla natura. L’artista trae i contenuti e le forme dal mondo che lo circonda, per poi espanderli e trasformarli a modo suo. L’effetto di un’opera d’arte deriverà sempre da quel che in essa vi è di misterioso ed incommensurabile. E poi, un’altra volta: ” Ma chi in presenza della natura non viene colto da un brivido per quanto vi è di infinitamente misterioso e divino, che possiamo solo intuire e non comprendere. E una traccia di questa infinità dovrebbe conservarsi in ogni opera d’arte.”
– Infatti, il suo rapporto con la natura era fortissimo, quasi ancestrale. Non poteva fare a meno della sua montagna, dei laghi, delle vette, delle sue solitarie inerpicate in cui spesso si perdeva e cadeva in preda ai suoi pensieri e alle sue note, e tornava a casa tardi tutto dolorante… La musica può qualsiasi cosa…
– Già, lui alla musica faceva fare qualsiasi cosa. Per me Gustav era la musica..
– “Quello che scrivo è troppo nuovo e strano …La gente non ha ancora capito il mio linguaggio”…una volta disse: “bisogna per forza essere presenti quando si diventa immortali?”
– Vedo che si è informato, cita a memoria … per me Gustav era veggente. Non credeva nella purezza linguistica, accoglieva suggestioni che provenivano da mondi addirittura opposti, contaminava la musica con la vita e con le sue contraddizioni…
– I suoi contemporanei consideravano la sua musica cacofonia. Gli orchestrali dissero della sua VII che era incomprensibile, che non si capiva nulla e che era stata scritta da un incompetente.
– Gustav non era uomo dei suoi tempi. Lui era un chiaroveggente, un precursore. La musica di Gustav anticipa financo il vostro tempo, era “ propellente”, nel suo significato letterale “ spingeva avanti”, non era conclusiva di un secolo. Nell’incipit della VI sinfonia si sentono gli stivali che marciano, come se stesse raffigurando l’avvento del nazismo. Ed era ancora il decennio tra il 1880 e il 1891. La sua musica rompe, dirompe, abbatte le barriere, guarda lontano, sprigiona energia, anticipa l’espressionismo degli anni che verranno. La musica di Gustav è demoniaca, infernale, anticipa i tempi che lo succederanno.
– Eppure scriveva la musica d’impeto. Riempiva pile di fogli e taccuini con centinaia di versioni dello stesso motivo o di una modulazione fino a quando non aveva trovato quel che gli girava in testa, ma era distratto in modo quasi sconsiderato e spesso li perdeva magari durante una delle sue escursioni solitarie sulle montagne…
– Spesso veniva da me sfinito e mi diceva di essere stato dominato dalla musica, che un movimento si era dilatato al di là del suo controllo, che non gli aveva dato scampo. Dopo aver composto la IV Sinfonia, ( che quella sua Alma lì disse: ”le aveva fatte già e meglio…Ah, che eresia!) si fece cogliere dal dubbio ( “ma forse non è necessario che un’opera scaturisca come un’eruzione”) ma io sapevo che non la pensava così, che Gustav era l’uomo dei contrasti dalla “massima intimità dell’adagio della terza alla “diabolica ferocia” del Preludio della Seconda.
– Lo stesso Mahler che durante l’ennesima passeggiata fino a sopra il rifugio del Pfeiferalm disse : “La musica deve sempre contenere una sorta di nostalgia, una nostalgia che trascende le cose di questo mondo.”
– Per Gustav, la musica era divenire perpetuo, eterna evoluzione, come nel mondo, in cui uno stesso luogo non smette mai di cambiare ed è sempre nuovo…
– Ma per Mahler, Frau Natalie, si intuisce dalle atmosfere sinistre di molte delle sue sinfonie, non c’è nessuna speranza per la salvezza dell’anima, c’è solo la bellezza che, proprio per questo, è dolorosa…le ricordo che lei stessa, nel suo diario, ha scritto che lui disse, verso la fine della vostra amicizia:” A me Dio nega la sua benedizione riesco a estorcergliela solo con le tremende lotte che ingaggio per dar modo alle mie opere di esistere.
– Parlando della sua IV durante una gita in bici a Maria Saal, Gustav mi disse: Il primo movimento comincia come se non riuscisse a contare fino a tre, poi però si lancia nella tavola pitagorica e approda infine a vertiginosi conteggi milionari. Mi confessò che anche all’interno di esso era compreso una sorta di piccolo appello ( un pendant del grande appello contenuto nella Seconda Sinfonia): “Quando la confusione e la calca delle truppe diventa eccessiva un ordine le raduna e le ricostituisce”…
– In quasi tutte le sue sinfonie, nella IV, nella V, ma anche nella IX e nella X sembra esserci un unico leit motiv: l’odio…
– L’odio, come passione, forte, sanguigna, di cui il vostro tempo avrebbe bisogno per ritrovare se stesso: l’odio per il brutto, l’odio per il malvagio, l’odio per il potere, l’odio per l’autorità, l’odio per la guerra, l’odio per la povertà, l’odio per il pregiudizio, l’odio per tutto ciò che non fosse bellezza e libertà. Gustav odiava tutto questo e le sue opere ne sono intrise…
– Mi piace quell’aneddoto che lei, Frau Natalie, racconta di lui quando, nel 1898, durante le vacanze estive in Sudtirolo, Mahler a proposito di un professore tedesco che sulla Berliner Zeitung si era dichiarato contrario ad ammettere le donne agli studi di medicina, esclamò :” Questo tedesco non è altro che un bue , e il suo ideale femminile non può che essere e rimanere una mucca!” .. lei, Frau Natalie, ha pagato in prima persona…
– Ho lottato perché le donne fossero ammesse al voto e mi hanno arrestata e incarcerata per questo… capisce? In prigione perché ero contro la guerra e mi battevo per l’uguaglianza ed avevamo superato già da venti anni l’inizio del secolo! arrestata perché esprimevo il mio pensiero libero e uguale… la musica mi ha insegnato la libertà, le note quando le suoni, sono libere, senti di averle create tu, dai loro la vita, si portano via la tua anima, capisce? si prendono le tue emozioni, le liberano nell’aria e libere giungono a chi le ascolta…
– …quindi, la musica è libertà, Frau Natalie, l’uomo è dunque musica, e quindi senza musica non esiste, Frau Natalie, Frau Natalie…a me comunque Brahms piace…