Roberta Gulisano un album contro il potere e l’indifferenza

Il 22 gennaio è uscito “Piena di(s)grazia” (Private Stanza/Audioglobe), un album che sembra una preghiera laica lunga nove brani in cui, anziché rivolgersi a un’entità superiore, la cantautrice siciliana sembra rivolgersi alla coscienza collettiva, ad una società che si scandalizza facilmente e che poi – con altrettanta facilità – dimentica e rimane indifferente. Lo strapotere delle banche, la tragedia dei migranti morti nel Mediterraneo e il MUOS di Niscemi: questi alcuni dei temi presenti nell’album di Roberta Gulisano. “Piena di(s)grazia” (Private Stanza/Audioglobe) è un lavoro più maturo rispetto al precedente “Destini Coatti”, in cui tutto sembra funzionare a meraviglia: dai testi, in cui emerge la musicalità delle parole e la voglia di “giocare”  con la lingua italiano e dialetto siciliano, e con la musica ricca di suoni in cui si vede il lavoro di Cesare Basile, che ha collaborato alla produzione artistica dell’album.

Roberta Gulisano è intervenuta a City Lighs per una lunga chiacchierata sui temi dell’album, sulle fasi di realizzazione e sui prossimi impegni.

Ti saluto piena disgrazia, questo tempo è con te
tu sei la maledetta tra le storie, la più abbietta storia sei tu
ti saluto con il dito irriverente di chi non ha da perdere più niente
in disgrazia si è ritrovato per la firma del banchiere benedetta dal prelato
ti saluto piena disgrazia, figlia della passione del potere
ingravidata da voglie di massa per partorire tramonti di speme

(da “Piena Di(s)grazia”)