«Qualcuno ha detto che il calcio è schiavitù, beh se questa è schiavitù condannatemi a vita».
Da sempre il potere, l’interesse, il malaffare provano a mettere le mani su ciò che di più bello esiste, al solo fine di estorcerne un profitto, rovinando luoghi e paesaggi, cancellando tradizioni e culture, depredando patrimoni artistici e architettonici.
Il calcio è il gioco più bello del mondo e non poteva essere nascosto agli occhi dell’avidità. Il mondiale è la più grande manifestazione calcistica e gli interessi economici sono enormi; come enormi sono stati gli sprechi e gli errori nell’organizzazione di Brasile 2014, che hanno provocato la rabbia e la frustrazione del popolo brasiliano e le conseguenti manifestazioni di protesta. Deprimente è ascoltare i giornalisti sportivi delle principali emittenti tv italiane rammaricarsi perché prima di una partita si è svolta una manifestazione, addirittura augurarsi che non ce ne siano più e sottolineare entusiasti che si trattava di poche centinaia di persone.
Premettendo che gli sprechi ci sono stati, che la FIFA è un’istituzione malefica, che le proteste sono legittime e le necessità rivendicate reali, vorrei brevemente e schematicamente offrire alcuni spunti di riflessione:
– Tutte le manifestazioni globali, che convogliano grandi interessi economici si portano dietro una serie altrettanto grande di sprechi, i tentativi di infiltrazione della criminalità, corruzione e accentuazione degli squilibri sociali. Tutto ciò non è però sempre imputabile all’oggetto di tali manifestazioni, ma al sistema globale pronto a sacrificare tutto all’altare del profitto.
– Scagliarsi contro chi segue con passione il mondiale di calcio è doppiamente miope. In primo luogo perché non rispetta emozioni e sentimenti che questo sport suscita in tantissime persone; in secondo luogo perché ci si autoproclama paladini del popolo brasiliano, e per estensione dei popoli sfruttati e oppressi, che invece per primo ama questo sport e che protesta anche perché si sente defraudato della possibilità di partecipare a questo evento.
– Il calcio è in sé portatore di valori positivi, emozioni e soprattutto gioia! Nella storia è stato persino un’occasione di rivalsa, sportiva ma non solo, proprio per chi è oppresso, un veicolo di cambiamenti sociali, uno strumento per abbattere barriere e pregiudizi. Il calcio, anziché attaccato, dovrebbe essere difeso dai sempre più minacciosi tentativi di farne una merce, un business, di asservirlo al sistema.
Il calcio è passione, sacrificio, sorpresa, condivisione, infanzia, gioco, genio e sovversione, gioia! Non oppio dei popoli, ma alegria do povo.
Per questo scrivo questi articoli. Inutile dilungarmi ancora.
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