Il fu direttore generale Lucio Maggio
Lucio Maggio non è più il direttore generale dell’università di Catania. Chiarite le motivazioni del suo licenziamento “coatto”: l’ormai ex direttore avrebbe cercato in tutti i modi di far rinnovare il contratto, senza averne le competenze, a due dirigenti di ateneo, stipulando e tentando di rinnovare inoltre, un contratto di manutenzione sulla base di un cottimo fiduciario. Quindi, come affermato dal rettore Pignataro, il licenziamento non ha niente di personale, né di politico, ma si basa su colpe effettive ed accertate.
Non è mancata la pronta risposta del Maggio, il quale, ha prontamente querelato il Rettore, il facente funzione del direttore generale Piergiorgio Ricci ed alcuni dei componenti del Cda di ateneo, con l’accusa di essere stato trattato dagli stessi, come un “delinquente abituale”.
La giustizia dimentica, i Lombardo ringraziano
“Tale padre, tale figlio”. Così, potrebbe denominarsi l’inchiesta che vede indagati, per voto di scambio, Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione e fresco di condanna in primo grado per concorso esterno, e il figlio Toti, attuale deputato regionale. I due, sono accusati di aver promesso, in cambio di voti per l’elezione del giovane rampollo, un posto di lavoro, grazie anche all’aiuto dell’intermediario Ernesto Privitera, all’autonomista eletto consigliere di quartiere nel 2008 Giuseppe Giuffrida, in una delle società che gestiscono la nettezza urbana catanese.
La prima udienza del processo è stata fissata il 9 ottobre corrente anno, a causa della determinante dimenticanza del tribunale nel far ricevere la notifica di rinvio a giudizio proprio al Giuffrida.
Questa cittadella non s’ha da fare
Sono trascorsi oltre 10 anni dall’approvazione del progetto, ma non è ancora stata posta nemmeno la prima pietra per la costruzione della cittadella della polizia a Librino.
Per questo motivo, ieri, vi è stato un incontro tra il Prefetto di Catania Federico e il parlamentare del PD Berretta, il quale ha dichiarato che occorre chiarire le ragioni del ritardo nella realizzazione della cittadella. «Se fosse necessario compiere scelte drastiche – ha continuato Beretta – come realizzare la struttura altrove, è fondamentale che si rendano pubbliche le ragioni del ripensamento, specialmente se tali ragioni riguardano la bonifica dell’area».
Questi ritardi, hanno causato uno ingente spreco di denaro pubblico, poiché l’area su cui dovrebbe sorgere la struttura è in affitto per 3 milioni di euro l’anno, ma anche di personale, poiché solo la vigilanza e la gestione logistica di questa immensa struttura comporterebbe l’utilizzo di oltre 170 uomini per la tutela e il controllo del territorio.
Il Prefetto, al riguardo, ha convocato per domani un tavolo tecnico con il vice capo della polizia Franceschelli per effettuare ulteriori valutazioni.
Andrea Privitera