Mi chiamo Maya: la formazione di un’adolescente in fuga

In seguito ad un tragico evento, Niki, 16 anni, decide di fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata, portando con se la sorellina Alice di soli 8 anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un’utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste…Una “traversata iniziatica” che, tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova vita.
È questa la sinossi di Mi chiamo Maya, film del regista Tommaso Agnese che è stato ospite di Velluto Blu.

“Mi chiamo Maya” prende spunto dalla cronaca e dall’attualità per raccontare la storia della fuga di due giovani sorelle, Niki e Alice, scappate da una casa famiglia. Il tema principale, quello della fuga, si basa sui dati di cronaca che mostrano come in Italia la tendenza degli adolescenti a scappare sia in continuo aumento, più del 30% dei giovani sotto i 20 anni, è, infatti, scappato di casa almeno una volta nella propria vita e numerose sono anche le fughe dalle case-famiglia di giovani con realtà familiari complesse e difficili. Queste fughe durano spesso poco tempo o pochi giorni e così anche quella della protagonista del film, Niki, che si svolge nell’arco di tre notti. (Tommaso Agnese)

Mi chiamo Maya, opera prima di Tommaso Agnese, prodotto da Magda Film in coproduzione con Rai Cinema, ha ottenuto il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, posizionandosi secondo nella graduatoria dei punteggi e ricevendo il riconoscimento di interesse culturale per le opere prime.