“LA PAZZIA DI ORLANDO” di Mimmo Cuticchio

LA PAZZIA DI ORLANDO
Ovvero il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla luna
di Mimmo Cuticchio

Pupari: Giacomo Cuticchio, Nino Cuticchio, Tiziana Cuticchio,Tania Giordano
Musiche: tradizionale pianino a cilindro
Organizzazione: Elisa Puleo

La produzione degli spettacoli dell’opera dei pupi può essere descritta come una serie di scelte, ognuna delle quali condiziona in parte le successive. L’oprante distribuisce gli avvenimenti in atti e scene seguendo più o meno fedelmente dei canovacci tramandatigli dalla tradizione e improvvisa i dialoghi tenendo conto delle regole di formazione di scena.

La Pazzia di Orlando è uno dei titoli più cari al pubblico tradizionale.
Quando Orlando scopre che Angelica ama un altro, uno che non è un eroe ma è semplicemente bello, impazzisce e la sua pazzia è una furia violenta, dietro la quale non si intravede alcuno spiraglio. Soltanto il volere del sovrannaturale cristiano può guarirlo e la guarigione improvvisa non gli lascia alcun ricordo dell’amata. Ora egli è pronto a riprendere i suoi compiti militari dai quali l’amore lo allontanava.

Agramante d’Africa, porta la guerra a Carlo Magno. Cristiani e saraceni s’incontrano sotto le mura della città di Parigi.
Cloridano e Medoro, per recuperare il corpo del loro Re Dardanello, si spingono nottetempo fin sotto le mura e vengono assaltati da un drappello di cristiani che uccidono Cloridano e feriscono gravemente Medoro. Intanto Angelica, mentre cerca di lasciare la Francia, si imbatte in un campo dove si era svolto un combattimento e tra i morti, ode un lamento, segno che ancora qualcuno è vivo. Ad essere gravemente ferito è Medoro, che era andato a cercare il corpo del suo Re Dardanello per dargli onorata sepoltura. Angelica lo soccorre e si innamora perdutamente di lui. Medoro guarisce e i due viivono una bellissima storia d’amore.
Nel frattempo Orlando vaga per campagne e monti in cerca di Angelica e, passando da quei luoghi, si accorge di alcune scritte incise negli alberi che rivelano il grande amore di Angelica e Medoro. Sarà un contadino, testimone di quella passione, a raccontargli i particolari.
Il dolore per la rinuncia della persona amata è tale che il paladino impazzisce, distruggendo tutto quello che gli capita.
Intanto, Astolfo che aveva deciso di cercare Orlando, per opere divine e magiche, si trova nel mezzo di un incanto. Inconsapevolmente viene condotto dall’Ippogrifo sulla luna, dove incontra San Giovanni che gli spiega che è per volere di Dio è riuscito a distruggere l’incanto e ad arrivare sulla luna. Qui sono conservati tutti i senni degli uomini e dunque anche quello di Orlando. Spetta a lui il compito di prendere il senno del grande paladino e riportarlo sulla terra.

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