«L’invenzione della madre», storia negromante di un figlio disperato. Una lingua mite e attenta, che evita quella parola-ordigno, impudica e perfetta, che è «morte».
— Giorgio Vasta su Il Manifesto
L’invenzione della madre è il romanzo d’esordio di Marco Peano, edito da minimum fax nella collana Nichel, a cura di Nicola Lagioia.
È una storia d’amore, di un amore antico e forte, forse il più puro che esista in natura: quello che unisce una madre e un figlio. Lei è malata, ha poco tempo, e lui, Mattia – sapendo che non potrà salvarla, eppure ostinandosi contro tutto e tutti – dà il via a un’avventura privatissima e universale: non sprecare nemmeno un istante. Ma in una situazione simile non è facile superare gli ostacoli della quotidianità. Un rifugio sicuro sembrano essere i ricordi: provare a riavvolgere come in un film la memoria di ciò che è stato diventa un esercizio che gli permette di sopportare il presente. Ma è davvero possibile sfuggire a se stessi?
L’autore è stato ospite de Il circolo Pickwick .