Il professor Giuseppe Traina, docente di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lingue con sede a Ragusa, ha pubblicato per Mucchi Editore il saggio Siciliani Ultimi? Tre studi su Sciascia, Bufalino, Consolo. E oltre.
Scavando fra i carteggi di Gesualdo Bufalino, custoditi nella natia Comiso, e analizzando alcune opere considerate “minori” di Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo, ha tessuto una riflessione sulla grande letteratura siciliana che – a dispetto di ciò che si pensa – non si ferma ai tre grandi autori.
Il circolo Pickwick lo ha intervistato.
Con la morte di Sciascia, Bufalino e Consolo, molti sostengono che la letteratura siciliana sia finita. Ed è certamente vero, se pensiamo a una serie illustre di scrittori, tra i più bei nomi della letteratura dell’Italia unita. Se Sciascia, Bufalino e Consolo vanno annoverati ai vertici nel canone italiano di secondo Novecento, può essere utile, allora, raccogliere qui tre ampi studi dedicati ad alcune loro opere: dall’Affaire Moro di Sciascia, alle antologie realizzate o progettate da Bufalino, a Retablo di Consolo. Con la fiducia che parlare di questi tre argomenti voglia dire anche parlare d’altro: di un grande e controverso uomo politico come Aldo Moro, di un’idea di letteratura come chiave per interpretare il mondo, dei fecondi interscambi tra scrittura e arti visive. L’autore, dal canto suo, mentre tributa ancora un omaggio a questi tre grandi autori, è sicuro che la letteratura in Sicilia non sia affatto finita ma stia, invece, cambiando volto: in linea con i mutamenti della letteratura mondiale, e non su posizioni di retroguardia.