GIVE WAY TO GIVE A WAY: intervista a Gianluca Lombardo

 

Riascolta l’intervista:

Dal 30 aprile al 6 giugno 2015, BOCS ospita la collettiva di arte contemporanea GIVE WAY TO GIVE A WAY.
In mostra Stefania Zocco, Lisa Wade, /barbaragurrieri/group, Maria Rapicavoli, Filippo Leonardi, Stefania Galegati Shines, canecapovolto, Marco Maria Giuseppe Scifo, Sebastiano Mortellaro, Emanuele Tumminelli e Gianluca Lombardo, che è stato ospite di City Lights.

 

La Sicilia ha un territorio che, per eccellenza, si presta perfettamente al passaggio.
Passaggi e flussi migratori sia umani che animali che dall’Africa solcano il Mediterraneo e approdano al centro di esso dove trovano breve ristoro per poi proseguire il cammino verso le terre promesse. Un’isola. Un lembo di terra circondato dal mare, morfologicamente chiusa e che sente una forte esigenza nell’essere aperta per non morire. Durante I secoli I flussi migratori che sono passati dalla Sicilia ne hanno arricchito culturalmente sia il territorio che la popolazione che lo ha abitato, raccontandone nel frattempo la storia e variegandone persino i tratti somatici. Per questo motivo probabilmente quella dei siciliani è un’attitudine innata nell’ospitare che li contraddistingue e che va a braccetto con la tendenza a migrare.

Attraverso il progetto “LOST” a cura di Jan Kage ospitato dal BOCS nel Marzo 2014, si sono messe in luce questioni migratorie ed immigratorie che riversano il proprio eco sul territorio Tedesco. In sinergia con esso e seguendo la continuità degli ideali del BOCS, Giuseppe Lana e Claudio Cocuzza hanno risposto alle questioni messe in luce da Kage attraverso il progetto “Give Way To Give A Way”.

L’amore per il territorio è quello che ha spinto negli anni Giuseppe e Claudio nella loro ricerca attraverso il BOCS, attorno alla quale, nell’arco degli anni, si è creata una piccola comunità di artisti che vi ha gravitato e vi gravitano ancora e la cui ricerca si gioca tutta in casa. Ad alcuni dei compagni di viaggio era stato rivolto l’invito di assumersi una nuova responsabilità, quella di omettere il loro lavoro per dar spazio ad alcune nuove leve che loro stessi hanno scelto. Filippo Leonardi, Gianluca Lombardo, Sebastiano Mortellaro, Marco Scifo, Canecapovolto, Stefania Galegati Shines, Lisa Wade, Maria Rapicavoli, /barbaragurrieri/group e Stefania Zocco erano gli artisti invitati da G. Lana e che a loro volta avevano selezionato dieci giovani artisti siciliani che vivono tra l’Italia e l’estero. A rappresentare la materializzazione di questa presa di coscienza furono: CampoStabile, Stefania Palmieri, Vanessa Alessi, Carmelo Nicotra, Filippo Selvaggio, Gabriele Abbruzzese, Giuseppe Scandurra, Nuovo Cinema Casalingo, Emanuele Marullo, Valentina Cirami.

A fare da cornice a questo evento era stato lo Schau Festern di Berlino nel maggio 2014 creando cosí uno scambio di locations in risposta alla precedente collaborazione che era stata presentata al BOCS. L’intento era quello di suggerire un nuovo approccio all’arte in netta contrapposizione con la dilagante e fallimentare autoreferenzialità da cliché che alimenta l’individualismo.

Oggi, in risposta alla precedente presa di coscienza, gli artisti si riuniscono nella sede catanese per conversare, attraverso le loro opere, sulle pratiche e sull’attitudine nei confronti del contemporaneo. Un confronto che, nell’arco degli anni, ancora rappresenta uno dei tratti che caratterizzano l’identità artistica del nostro territorio. Filippo Leonardi, Gianluca Lombardo, Sebastiano Mortellaro, Marco Scifo, canecapovolto, Stefania Galegati Shines, Lisa Wade, Maria Rapicavoli, /barbaragurrieri/group, Stefania Zocco ed Emanuele Tumminelli si ritrovano sotto lo stesso tetto, quello del BOCS, attuando una riflessione che li porterà a nuovi stati di coscienza sulle pratiche del conteporaneo.

Con questo intento la funzione dell’ artista non si limita solo a produrre “l’oggetto” ma rimettere in moto le coscienze e lo scambio per un nuovo arricchimento. L’atto di delegare omettendo il proprio lavoro rappresenta una scommessa con il futuro e i risultati saranno inaspettati.

“Give way to give a way” chiede a chi è stato scelto di fermarsi un attimo e congelare la propria pratica di artista per riflettere non su cosa potrebbe far lui per il territorio ma aprirsi al pensiero di qualcun’altro e dargli la precedenza/passargli il testimone.

— Alessandro Leggio