La disoccupazione é uno stato di scarso impiego di una risorsa produttiva. Nel linguaggio comune ci si riferisce implicitamente al fattore lavoro, ma si può anche avere disoccupazione del capitale e della terra. Benché la gravità della disoccupazione del fattore lavoro sia indubbiamente superiore, é bene non ignorare le altre forme di disoccupazione. Tutte rappresentano uno spreco ed una inefficienza. Nel caso del lavoro sono, però, coinvolti i diritti dei cittadini.
Non esistono risorse libere. Tutte fanno capo ad un soggetto, pubblico o privato. Dovrebbe sempre esistere, quindi, un incentivo ad utilizzarle. In verità, tale incentivo non sempre esiste. Non c’è sempre, infatti, un mercato economico o politico che le richiede, con la conseguenza che spesso esse restano inutilizzate. Avremo così un fallimento di mercato oppure un fallimento del settore pubblico. In questi casi occorre intervenire sugli incentivi, modificandoli in modo tale da rendere conveniente l’uso di quelle risorse temporaneamente disoccupate. Un’apertura di nuovi mercati, un cambiamento della struttura dei prezzi, un nuovo ciclo economico possono spesso modificare significativamente gli incentivi, rendendo di nuovo attraente la prospettiva di un loro utilizzo. Insomma, occorre non solo che quelle risorse servano a qualcosa; occorre pure garantire che passi il segnale da chi ne ha bisogno a chi le detiene. Non sempre questo segnale é efficace.
Le dimensioni del fenomeno della disoccupazione del fattore lavoro sono ampie. Nell’Europa dell’Euro nel mese di ottobre del 2013 risultava disoccupato il 12,1 per cento della forza lavoro. Ciò significa che tra tutti coloro che desiderano un lavoro quella percentuale non riesce a trovarlo. Alla stessa data negli Stati Uniti risultava disoccupato il 7,3 per cento della forza lavoro. Queste dimensioni crescono se si guarda solo alla forza lavoro giovanile. Nell’Europa dell’Euro la disoccupazione giovanile é quasi il doppio di quella totale. Arriva infatti alla stessa data al 24,4 per cento. In Italia il tasso di disoccupazione é più alto della media europea: si attesta infatti sul 12,5 per cento. Ma il divario più pesante si trova nella disoccupazione giovanile: in Italia risulta disoccupato il 41,2 dei giovani compresi tra i 15 e i 24 anni che cercano un lavoro. Ciò significa che, soprattutto nel nostro paese, la disoccupazione non é distribuita equamente tra tutte le fasce di età ma é concentrata tra i più giovani.
Anche il capitale, ossia la capacità produttiva fisica, soffre di scarsa utilizzazione: in Europa si va dal 51 per cento di utilizzazione degli impianti all’83 per cento. L’Italia si colloca in una situazione intermedia poiché gli impianti italiani sono utilizzati mediamente tra il 68 e il 73 per cento della loro massima capacità.
Per affrontare seriamente il problema della disoccupazione del lavoro e del capitale occorre guardare ad entrambi i lati del mercato. Infatti occorre preoccuparsi innanzitutto che esista una richiesta sui mercati di quei beni che usano quelle risorse. Ma non si può dimenticare che a volte quelle risorse non hanno la forma più giusta per essere impiegate: spesso hanno bisogno di essere ristrutturate. Un capitale vecchio e una forza lavoro poco specializzata possono rendere assai difficile il loro impiego. Da qui la necessità di politiche che investano in formazione e innovazione oltre a quelle di ricerca dei nuovi mercati.