Un tozzo di pane per i dipendenti della Micron
Scendono da 127 a 39 gli esuberi dichiarati dalla Micron nello stabilimento etneo, dopo l’accordo raggiunto tra le parti sociali, l’azienda ed le istituzioni, nella sede del ministero dello sviluppo economico.
I lavoratori “in eccesso”, rispetto agli esuberi iniziali, saranno ricollocati sia all’interno dell’azienda stessa, con trasferimenti sia nazionali che esteri, che con l’assorbimento da parte della ST Microelectronics. La Micron, inoltre, si è impegnata a ricollocare anche i dipendenti da licenziare in altre aziende del settore, congiuntamente all’aiuto delle regioni e del governo nazionale. Tra i sindacati il parere è quasi unanime: dalla CGIL alla UGL sono tutti d’accordo che questo non sarà l’accordo definitivo, né quello che speravano di ottenere, ma è il migliore che sono riusciti a “strappare” all’azienda. Invocano perciò ulteriori battaglie per cercare di azzerare il numero di esuberi e dare maggiori garanzie ai lavoratori.
Reazioni positive, invece, del sindaco Enzo Bianco, il quale rivendica l’impegno e la paternità del tavolo permanente di trattativa e la mobilitazione del governo nazionale. Di tutt’altro avviso i sindacati, che accusano la politica nazionale e regionale di non aver fatto nulla negli ultimi 4 anni, per impedire che la situazione sfociasse in una criticità così elevata.
La “cultura” da canni’cavaddu
Catania, via Antico Corso 5, esempio emblematico di come la cultura e l’arte si sposano meravigliosamente con il folklore e le tradizioni popolari: dietro la saracinesca del civico appena nominato, si può infatti “osservare” a destra una pila di sedie, tavolini e focolari, a sinistra un antico sepolcro di epoca romana.
che sia una nuova iniziatia della sovrintendenza ai beni culturali per avvicinare i ceti più popolari alla storia della città?! No, solo e semplicemente l’ennesimo sfregio alla cultura della città, ad opera dei soliti noti, i quali si impossessano dei beni pubblici e storici della città, a proprio uso e consumo. È notizia di ieri, che nemmeno una segnalazione ed una denuncia ai Carabinieri hano permesso alla sovrintendenza di accedere al garage incriminato, perché protetto, perché a Catania contano di più gli interessi ed il benessere di un ristretto gruppo di incivili e disonesti, che quelli dei cittadini onesti e dei turisti affamati, almeno loro, di cultura.
CARAmoroso al Cibali
Si è svolta oggi l’ennesima partita di beneficienza allo stadio Angelo Massimino di Catania. Stavolta, coloro che hanno sfidato la nazionale di corporazione (nazionale attori per precisione), sono stati gli ospiti del CARA di Mineo. E non sono mancate, ovviamente, le polemiche: infatti, proprio accanto lo stadio, al Palaspedini, 300 migranti arrivati la notte scorsa al porto etneo, stavano li, alle spalle dei cori e della grande festa dell’ospitalità, ad aspettare di essere trasportati in uno dei centri di accoglienza dell’isola, per essere identificati. A muovere la polemica ci hanno pensato gli attivisti della “rete antirazzista” attraverso un comunicato in cui l’iniziativa è stata marchiata come una ipocrita operazione di facciata per nascondere all’opinione pubblica che il CARA è un luogo di sofferenze e conflitti per migliaia di persone. Gli stessi attivisti hanno esposto uno striscione di protesta e installato un presidio ai tornelli dello stadio, per sensibilizzare gli spettatori e l’opinione pubblica.
Andrea Privitera