Spread

Lo spread é un differenziale di tassi di interesse. Misura quanto un certo impiego di risorse finanziarie rende in più rispetto ad un altro. Segnala dunque in quale misura una operazione finanziaria é diversa da un’altra. Segnala, per esempio, la diversa scadenza dei due strumenti o il diverso grado di rischio. A volte questa differenza é giustificata. La differenza tra tassi passivi e tassi attivi per il sistema bancario ne é un esempio. A volte quella differenza deriva da un cattivo funzionamento dei mercati. Ciò accade quando essa dipende più dalle ondate di ottimismo o pessimismo che attraversano i mercati, che da una reale differenza nella natura degli strumenti finanziari. In questo caso, quando il mercato comincerà a capire che il rendimento differenziale di una attività finanziaria é ingiustificatamente alto, sposterà risorse verso quell’attività, che finirà prima o poi per avere lo stesso rendimento delle altre. Quando invece la differenza é giustificata, il mercato tenderà a sostenerla.

Lo spread più famoso é quello tra titoli del debito pubblico di vari paesi. Il termine é diventato di uso comune dal momento in cui ha cominciato ad essere un problema. In particolare, lo spread italiano tra i buoni del tesoro a 10 anni ed i corrispondenti titoli tedeschi ha raggiunto ultimamente 174,5 punti base. 100 punti base costituiscono un punto percentuale. Pertanto se il rendimento di un titolo fosse il 3 per cento e quello di un altro il 2 per cento, lo spread sarebbe di 100 punti base. Lo spread italiano ha superato negli ultimi anni perfino la quota 500.

La differenza, che lo spread segnala, sottolinea la diversa qualità dei due titoli. É ovvio che la caratteristica più importante di un titolo é la sua capacità di pagare il rendimento promesso. Più é piena questa capacità, ossia più basso é il rischio di non vedere soddisfatte le aspettative, più basso sarà lo spread. In questo caso, infatti, l’investitore non avrà bisogno di essere premiato con un alto rendimento. Se l’emittente del titolo é affidabile, può dormire sonni tranquilli. Il mercato, giorno dopo giorno, valuterà questa capacità del titolo e lo apprezzerà di conseguenza. Se quella capacità dovesse apparire, giorno dopo giorno, meno forte, gli investitori sarebbero disposti a pagare per l’acquisto di quel titolo sempre meno. In questo modo, rispetto a ciò che hanno speso, il rendimento crescerebbe, ricompensandoli per il maggior rischio che corrono. Se invece dovessero osservare che quella capacità é cresciuta, sarebbero disposti a pagare sempre di più, non preoccupandosi troppo che in questo modo il rendimento si abbassa.

Per chi, come un governo, ha un fabbisogno costante di rifornirsi di risorse finanziarie, queste variazioni dei prezzi sono di fondamentale importanza. Infatti, più il mercato apprezza, più facile e meno costoso sarà rifornirsi di nuove risorse finanziarie; più il mercato, al contrario, valuta rischioso quell’investimento, più difficile e costoso sarà il rifornimento. Ecco perché lo spread é così importante. Più é alto, più risorse devono essere sottratte, da parte dei governi, a destinazioni più importanti e socialmente significative di quelle di pagare un interesse ai detentori di titoli.  Più é basso, più risorse si possono destinare a finalità socialmente rilevanti. Non é un caso, dunque, che esso sia diventato il segnale del successo di un governo. Se il successo di un governo si misura dalla sua capacità di far fronte alle esigenze più pressanti di un paese, allora lo spread é una buona misura, sia pure inversa, di quel successo.