Roma, 13 agosto 1924 – Roma, 23 febbraio 2015
Nato a Roma e cresciuto calcisticamente nell’Alba, ha giocato con la maglia giallorossa in campionati locali nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per poi trasferirsi al Rieti.
Ottimo mediano seppur mingherlino, Nicola Fusco nel 1948-49 accettò la chiamata del Catania, il quale l’anno precedente aveva vinto il campionato di Serie C, ma senza poter accedere alla categoria superiore per la riforma dei quadri federali.
Si andò configurando un bel centrocampo composto da Fusco, Ottorino Bossi, Giovanni Prevosti, Enzo Vornoli ed in cui figurava anche il campione del mondo Miguel Andreolo. La squadra, dopo una falsa partenza, ingranò soprattutto quando alla decima giornata si insediò in panchina il tecnico apolide József Bánás.
Malgrado la sconfitta nello spareggio contro l’Avellino, i rossazzurri centrarono la promozione in B grazie alla condanna dei biancoverdi per illecito sportivo: importante, in tal senso, fu la confessione di un ex giocatore irpino “strappata” con l’inganno nei seminterrati del Caffè Lorenti, all’epoca quartier generale della dirigenza rossazzurra guidata da Lorenzo Fazio.
Dopo alcuni anni di assestamento in serie cadetta ed un paio di tentativi di promozione andati a vuoto, nell’estate 1953 si insediò in società il nuovo presidente Giuseppe Rizzo, il quale allestì una squadra in cui figuravano il portiere Seveso, i forti difensori Santamaria e Baccarini, gli attaccanti Bassetti e Manenti; a centrocampo, a Fusco (divenuto intanto capitano) ed a Bearzot (giunto due stagioni prima) fu aggiunto Cattaneo. La squadra, ben allenata da Piero Andreoli, vinse il torneo e fu promossa in Serie A per la prima volta nella sua storia.
L’anno successivo la squadra chiuse al dodicesimo posto nel massimo campionato nazionale, ma fu retrocessa per l’illecito sportivo legato al celebre caso dell’arbitro Scaramella. In molti andarono via da Catania, compreso Fusco, che giocò altrove per altre tre stagioni prima di appendere le scarpette al chiodo.
Il forte mediano ha concluso la sua esperienza in terra etnea con 222 partite disputate e 16 gol, risultando ad oggi il quarto più presente in maglia rossazzurra (recentemente scalzato dal podio da Mascara). Morì nel febbraio 2015.