Sesto San Giovanni, 18 novembre 1938 – Lodi, 15 giugno 2014
Nell’estate del 1963 approdò in rossazzurro Giancarlo Danova, ala destra molto veloce ed alquanto precisa sotto porta. Dopo i trionfi con la maglia del Milan (con cui vinse due scudetti) e le buone stagioni al Torino, “Pantera” (così soprannominato per le movenze feline sulla fascia) giunse a Catania grazie all’intuito del dirigente Michele Giuffrida, accettando a malincuore il trasferimento dopo l’ultima stagione non esaltante in maglia granata.
Lo “scattante Danova” (così citato da Vittorio Gassman in una scena de “L’audace colpo dei soliti ignoti”) ebbe giusto il tempo di rompere il ghiaccio con l’ambiente e divenne subito un beniamino del popolo rossazzurro, nonché intimo amico dell’attore Turi Ferro e della moglie Ida Carrara.
La gioia della prima rete in rossazzurro, siglata a “Marassi” sponda rossoblu, fu tuttavia vanificata dal giudice sportivo poiché Genoa-Catania 0-2 venne sospesa al 76′ per invasione di campo dei tifosi genoani ed il risultato omologato con lo 0-2 a tavolino.
La squadra andava male ed alla 15a giornata era in piena zona retrocessione; ma il 5 gennaio del 1964 segnò l’inizio la riscossa dei rossazzurri, che batterono la Juventus in casa con reti di Miranda e Lampredi. Da qui, un’escalation di risultati consentì ai rossazzurri di raggiungere una brillante salvezza: protagonisti il portiere Vavassori, sicurezza tra i pali; il centrocampista Cinesinho, fulcro del gioco rossazzurro; l’attaccante Fanello autore di 9 reti; ed il buon Giancarlo, che segnò 7 reti, alcune molto pesanti, come quelle che consentirono di acciuffare i pareggi fuori casa con Fiorentina e Vicenza, e la doppietta contro il Genoa nel 5-3 del Cibali (col povero Da Pozzo che mise fine al suo lungo record d’imbattibilità).
Nella successiva stagione 1964-65, approdò in rossazzurro un giovane attaccante che si era messo in luce in Serie C con la Reggiana, tale Carlo Facchin. La squadra divenne un rullo compressore, la coppia Facchin-Danova era la più prolifica che si fosse mai vista in rossazzurro: 13 e 12 reti rispettivamente per le due ali che fecero volare il Catania. Il Catania ottenne l’ottavo posto, record assoluto in Serie A (ottenuto anche nel 1964 e nel 2013).
Per Danova alcune reti indimenticabili, come quella del pareggio in casa col Milan, il gol del vantaggio nel celebre 3-1 con la Juventus in casa, o la doppietta all’ultima di campionato contro il Bologna, campione in carica. L’unica macchia fu il rigore fallito col Messina alla 5a di campionato che fece perdere l’imbattibilità alla squadra rossazzurra.
La brillante stagione indusse i vertici rossazzurri a cederlo per monetizzare. Si rivelò un errore madornale: passò all’Atalanta che offrì Landoni ed un conguaglio. Il sostituto fu uno dei bluff dell’annata successiva, quella che segnerà la retrocessione dalla massima serie dopo 6 anni.
Per Danova, invece, 3 stagioni sugli scudi anche a Bergamo prima di approdare alla Fiorentina dove da riserva con 2 presenze vinse il terzo ed ultimo scudetto della sua carriera. Fortemente voluto dal tecnico Giagnoni, passò al Mantova l’anno successivo, fallendo la promozione in A di un soffio. Chiuse col calcio giocato in D con l’Omegna, per iniziare poi la carriera da allenatore (tra le compagini guidate anche Parma e Novara). Venne a mancare il 15 giugno 2014 all’età di 75 anni.