Livorno, 31 ottobre 1958
Ennio Mastalli è cresciuto calcisticamente nel Bologna, col quale esordì giovanissimo in A nel 1976. Transitato da Monza in B all’inizio degli anni ‘80, giunse infine a Catania nell’estate 1982, dopo una difficile trattativa con Beppe Marotta, all’epoca direttore sportivo di un ambizioso Varese del quale Ennio era uno dei protagonisti avendo messo a referto 35 presenze e 4 reti per la stagione di B ‘81-82.
Interno dotato di estro e intelligenza, stakanovista in campo (non saltava un incontro se non per gravi cause), nell’anno della promozione in A (1982-83) giocò ogni gara, sia in campionato sia nell’esaltante gironcino estivo di Coppa Italia. Con la maglia numero 8 tatuata sulla schiena, cecchino implacabile e glaciale dal dischetto, in quella indimenticabile stagione realizzò ben 8 reti, risultando – lui che punta non era – il secondo miglior realizzatore della squadra dietro Aldo Cantarutti. Vestì in quel periodo anche la maglia azzurra della Nazionale italiana della Lega di Serie B, unitamente ad alcuni compagni di squadra.
Uomo dai gol pesantissimi: sue, ad esempio, le reti su rigore nei pareggi interni con Milan e Lazio. Sua è forse la rete di generazione in generazione più rievocata nella storia recente etnea, che la realizzò a San Benedetto del Tronto l’8 maggio 1983: stoppò di petto un pallone nella propria tre-quarti campo avviando un leggendario coast to coast sulla fascia, che si concluse con un beffardo dribbling al portiere e sfera depositata in rete per l’1-3 finale, che diede la stura al finale promozione dei rossazzurri.
Il connubio coi tifosi fu così stretto da scatenare una rivolta durante l’estate ‘83, allorché il presidente Massimino lo aveva già ceduto all’Avellino. Molti supporters catanesi si fecero rapare i capelli a zero per protesta e la cessione non avvenne. Tuttavia, un improvvido infortunio (e tra le cause fecero la loro parte le disatrose condizioni del fondocampo del Cibali) tolse Ennio quasi subito di scena nel disgraziato torneo di A 1983-84.
Promosso capitano nel Catania fresco di retrocessione in cadetteria 1984-85 con Mimmo Renna allenatore e Giacomo Bulgarelli d.s., non battè ciglio quando la squadra sprofondò nei bassifondi dopo un brillante girone d’andata. Anzi, ancora una volta le sue reti dal dischetto risultarono decisive per la salvezza finale. Lasciato il Catania nel 1985, disputò un campionato di C1 a Foggia, prima di accasarsi al Lecce tra l’‘86 e l’‘88. Ormai era solo una riserva, ma ottenne coi salentini un’altra promozione in A.
Vinto da un’inspiegabile nostalgia, Ennio Mastalli tornò a Catania, per quella che fu la sua quarta ed ultima stagione in rossazzurro (1988-89), in una C1 sbiadita con il Catania di Angelo Attaguile in evidente difficoltà anche di immagine. Il suo ritorno, però, destò entusiasmi sopiti in città ed il calciatore rilasciò subito una lunga intervista televisiva densa di ricordi struggenti.
La realtà, molto più prosaica, lo vide riesordire al Cibali il 13 novembre 1988 contro il Perugia (avversario che evocava emozionanti trascorsi e che schierava in campo Rambaudi, Di Livio e Ravanelli). Mastalli subentrò dalla panchina nel secondo tempo, senza riuscire ad evitare la sconfitta per 1-0. In quella stagione, Mastalli timbrò appena 14 presenze, giocando a volte scampoli di gara e quando andava bene un tempo intero. Il suo ruolo fu piuttosto quello di un veterano che con la sua presenza tranquillizzava i tifosi. Ma il suo ciclo era irrimediabilmente finito e due anni si ritirò dal calcio giocato, dopo essere passato alla Cavese.
Ennio Mastalli ha disputato con il Catania 4 stagioni negli anni ‘80, due in B, una in A, una in C1. Nello specifico, 98 gare in campionato e 12 reti realizzate. La sua classe cristallina e quella sua stagione memorabile sono rimaste nel cuore dei rossazzurri: “con Mastalli e Cantarutti…”